In Tatà, Valérie Perrin intreccia un racconto ricco di emozioni, mistero e introspezione. La storia segue Agnès, una regista che, dopo una telefonata inaspettata, ritorna nel suo paese d’origine, scoprendo che la sua zia Colette, data per morta anni prima, è viva. Questo mistero si sviluppa attraverso una serie di registrazioni lasciate dalla zia e i ricordi di Agnès, che lentamente rivelano verità nascoste legate alla guerra e alla sua famiglia.

Ciò che rende questo romanzo particolarmente affascinante è il modo in cui Perrin esplora il tema della memoria e dell’identità. Il viaggio di Agnès non è solo alla ricerca di una verità familiare, ma anche un percorso di riscoperta di sé stessa, una rinascita artistica e emotiva che si svela piano piano. La scrittura di Perrin è potente, capace di mescolare il dramma con il quotidiano, e ogni personaggio, pur nelle sue difficoltà, risulta profondamente umano.

Tatà non è solo una storia sul mistero di una famiglia, ma anche una riflessione sulla forza delle narrazioni personali, che ci aiutano a comprendere chi siamo davvero. Valérie Perrin riesce ancora una volta a trasmettere, con grande sensibilità, l’importanza delle storie non dette, e a farci capire che ogni vita, anche quella apparentemente ordinaria, è ricca di significato. Un romanzo che non solo affascina, ma che invita anche a riflettere sul valore della memoria e delle storie familiari.

Questa è una delle sue opere più intense e riuscite, confermando il talento di Perrin nel creare trame complesse che esplorano l’animo umano.

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