Saranno 28 i cantanti, tre i presentatori e qualche ospite extra, ma non ci
saranno I Jalisse nemmeno quest´anno: Amadeus proprio non li vuole.
SANREMO. Tutto il clamore che si fá attorno al Festival di Sanremo giá a partire dal mese di ottobre é impressionante: i Social si scatenano, il Web comincia a dettare le sue regole, spesso sballate e fuori controllo, le radio impazziscono per far passare canzoni d´altri tempi, e poi quelle di oggi che vanno per la maggiore si inventano rubriche e quant´altro pur di stare sul pezzo musicale.
Ma la partenza resta comunque sempre da Sanremo.
Le televisioni si muovono un pó meno, tranne la Rai che ha tutto l´interesse di suscitare attorno tanta curiositá.
Non cé programma infatti (Tg compresi) al quale non venga inserito qualcosa che riguarda il Festival di Sanremo: spezzoni,
vecchie interviste, brani di un tempo, apparizioni e poi scomparse.
Insomma, Sanremo crea tutto questo e molto altro ancora per la gioia, ma non poi di cosí tanta gente, soprattutto giovani. Perché a
loro se gli parli di qualche artista degli anni ´90 vanno in crisi perché non sanno chi sono: prendiamo i tanto vituperati Jalisse, solo per fare un esempio, con i loro bellissimo brano Fiumi di Parole, hanno vinto un Festival e poi dalla cittá dei fiori sono letteralmente spariti; ma se li cerchi attraverso i giovani, proprio non sanno chi siano, nonostante abbiano quel benedetto vinto quel Festival. E sono da 25 anni che cercano di ritornarci e tutti gli anni gli rispondono picche, Amadeus compreso. Anzi li tratta pure male.
Sanremo é anche questo, ma é anche un sollazzo per chi stá seduto in platea e mette via i soldi, durante l´anno, per potersi permettere almeno una serata seduto al Teatro Ariston a vedere e applaudire i propri beniamini.
Il Festival resta comunque un fenomeno unico al mondo, a parte quello di Vina del Mar che raccoglie oltre 250 milioni di ascoltatori, ma é parte dell´Europa la roccaforte della musica italiana, anzi in veritá é l´Est Europa ad essere affascinata dalle nostre canzoni, dalla nostra melodia che loro – ovviamente – non hanno.
E allora si rifugiano su Rai Uno, anche il giorno dopo, pur di ascoltare Al Bano i Ricchi & Poveri Toto Cutugno, Pupo, i nuovi Matia Bazar e via discorrendo. Certo i dischi non si vendono piú come un tempo, al di lá dei dati che ci vogliono far credere, ormai é un prodotto che trovi su internet e a pochi spiccioli e se vuoi te li scarichi.
Ma Sanremo è sempre Sanremo, diceva il grande Pippo Baudo e anche un semplice slogan recitato da lui diventava una parola cult. Non e piú cosí, il mondo cambia, la musica non è piú la stessa, tuttavia Sanremo resiste e, dopo 72 anni, di bella storia infinita, è pronto a ridarci lo stesso stimolo necessario per ripartire, soprattutto dopo questi due anni di pandemia e questa schifosa guerra, prima in Ucraina e poi la forte ribellione dell´Iran, altro Paese mortificato da regimi stupidi e dittatoriali.
Sará la sola musica, la cultura, a rendere meno drammatica questa ostinata situazione che ci rende tutti piú diffidenti tra di noi e con il mondo intero? Eccolo allora il Festival di Sanremo, ecco 28 canzoni che potranno distrarci per un minuto dall´orrore del mondo, ma quando la sera torniamo a casa sará difficile non tornare a ripensare a quello che stá succedendo a distanza di tanti e pochi kilometri. Allo spilungone Amadeus non possiamo che dirgli: che Dio te mandi buona. Al Festival invece rivolgiamo un altro
tipo di appello: fai che qualche canzone, di un qualsiasi artista in gara, su quel palco racconti il dramma che il mondo stá subendo.
Allora sará ancora piú utile fare musica, tutti insieme specchiandosi in questa triste realtá quotidiana.