di Illy Masper
Partiamo da un punto fermissimo: la bella svizzerotta Michelle Hunziker non sa condurre un programma, quindi non può presentare sicuramente un Festival, soprattutto quello importante di Sanremo. Potrebbe tuttavia anche funzionare discretamente, ma solo come spalla di un presentatore capace e brioso: un Gerry Scotti, Ezio Greggio, Bisio, Piero Chiambretti (se vogliamo restare in Mediaset), in contesti televisivi tra l’altro molto leggeri: Zelig, Striscia, Paperissima, ma oltre a questi tipi di programmi la bellissima Hunziker non rende perché non sa fare spettacolo, perché è banale, ripetitiva, non ha il guizzo della conduttrice per sancire la differenza.
Come donna forse sa raccontarsi di più nelle interviste o nel libro che ha appena scritto su quella setta che l’ha colpita personalmente, piuttosto che come conduttrice anche se a scaletta. Forse con dei buoni autori, o eccellenti partner televisivi, potrebbe funzionare a Sanremo, ma lo stesso attore chiamato da Baglioni, Pierfrancesco Favino (nella foto) non ha esperienze tv e il bel Claudio sul palco dell’Ariston, per conto nostro, andrà bene, ma solo per cantare e poco altro. Quindi questo team che ci prospettano non è certamente molto convincente. Ricordiamo tra l’altro che la conduzione della bella fanciulla con Pippo Baudo del 2007 fu, tutto sommato, molto soporifera e lei non brillò certo di popolarità o capacità, per lei vinse la spontaneità, ma non quella artistica. Perché dunque aver scelto Michelle piuttosto che attrici d’esperienza come Miriam Leone, la brava Cristiana Capotondi, oppure Laura Forgia o persino Aurora Ramazzotti?
Le avremmo viste certo tutte molto più spigliate e soprattutto meno prevedibili di una Hunziker, che preferiamo a Striscia. Insomma, le scelte sono pur sempre scelte e chi ha scelto se la vedrà sul palco dell’Ariston: povero Favino anche per lui sarà molto dura, quel palco è pericoloso per i leoni, figuriamoci per gli agnellini di primo pelo televisivo, in diretta. Più ci si avvicina al fatidico mese di febbraio è più i rumors sull’infallibilità del direttore artistico vacillano e rendono le cose più difficili: la Rai con la direzione del giovane Fabiano (con alle spalle però Giancarlo Leone), a proposito del Festival, lo aveva preso molto sotto gamba e i risultati si vedono ancora oggi, poi è arrivato il nuovo direttore, ma Sanremo resta purtroppo ancora per aria a rafforzare haimè la tesi, secondo cui, il 68° Sanremo Festival sarò quello della transizione annunciata che porterà alla 69° edizione il necessario ritorno di qualcuno giù visto. Una cosa però resta inspiegabile: che il Comune di Sanremo in tutte queste scelte non abbia la possibilità di dire la sua, nonostante il Festival della Canzone Italiana sia, pur sempre, tutto SUO!