Di Susanna Giusto
È stato definito il “Pete Seeger” italiano ed è considerato uno dei padri del rock dello stivale. Parliamo di Ricky Gianco (nella foto), all’anagrafe Riccardo Sanna, che proprio oggi festeggia settantacinque anni, con numerosi lustri dedicati alla musica. Cantante, chitarrista, compositore e produttore discografico, ha scritto pagine indimenticabili della canzone italiana, al fianco di artisti del calibro di Mina, Bobby Solo, Little Tony, Rocky Roberts, Equipe 84 e molti altri. Nato il 18 febbraio del 1943 a Lodi, Gianco inizia la sua avventura in Liguria, a Varazze, dove a undici anni vince la sua prima gara canora. È il 1954 e in quello stesso anno, dall’altra parte dell’oceano, Bill Haley incide “Rock around the Clock”, pietra miliare del rock’n’ roll. La carriera di Ricky Gianco segue l’onda della grande rivoluzione musicale che, seppur in ritardo, raggiunge anche il Bel Paese e nel 1958, quattro anni dopo il suo battesimo del palco, fonda la sua prima band (i futuri Dik Dik).
A partire dal’59 poi, con lo pseudonimo di Ricky Sann, incide i primi 45 giri alla Excelsius (Cetra), fra cui “Ciao ti dirò”, “Bye Bye Love” (cover degli Everly Brothers), “La Notte”, “Twenty Flight Rock” e “Precipito”. Il fortunato incontro con il talent scout Gianfranco Reverberi lo conduce in seguito nella scuderia “Ricordi”, dove Gianco entra in contatto con Gaber, Bindi, Endrigo e Paoli (con cui realizza il 45 giri “Come un bambino”), Jannacci e Tenco (con i quali pubblicherà il singolo “Distrattamente”). Nel 1961 fonda il Clan con Adriano Celentano e cambia pseudonimo in Ricky Gianco. A questo periodo risalgono canzoni di successo come “Stai lontana da me”, “Pregherò” (cover di Stand by me) e “Tu vedrai”. Gianco, inoltre, compone “Sei rimasta sola” e “Pasticcio in Paradiso”, incise da Celentano. Un’esperienza, quella del Clan, che si conclude nel ’63, quando Ricky Gianco fonda l’etichetta Jaguar e tira fuori dal cilindro nuovi brani, tra cui diverse cover in italiano dei Beatles, di Chuck Berry e di Cat Stevens. Non mancano all’appello due partecipazioni al Festival di Sanremo, nel ‘65 con “Devi essere tu” e nel ‘70 con “Accidenti”. In quegli anni, il musicista lodigiano scrive canzoni per gli artisti più in voga.
Produce i Quelli (prodromo della PFM) e i Ribelli, per i quali firma la celebre “Pugni chiusi”, cantata nel ‘67 da Demetrio Stratos. Va citata, peraltro, l’attività teatrale di Ricky Gianco e la canzone impegnata al fianco di Gianfranco Manfredi, con cui realizza l’album “Zombie di tutto il mondo unitevi” del ’77. Il teatro resta un punto fermo negli anni successivi e nel 2004, insieme ad Alberto Tonti, mette in piedi lo spettacolo È rock’n’roll, che trae ispirazione dall’album omonimo del 1991, in cui Gianco reinterpreta diversi classici del rock’ n’roll italiano, dal ‘54 al ‘64, fino all’esplosione del fenomeno Beatles. Tra progetti di ogni genere e innumerevoli collaborazioni che lo vedono tuttora in prima linea, la carriera di Ricky Gianco non si è mai arrestata e gli è valsa anche un Premio Ciampi nel 2003 e la Targa alla Carriera Musica da Bere nel 2014, assegnata nel corso dell’omonima manifestazione a Vobarno (Bs). Auguri, quindi, doppiamente meritati per un pilastro della canzone italiana e un pioniere del rock del nostro Paese. Tanti auguri Ricky.