SANREMO. Era inevitabile che scoppiasse una durissima polemica contro la Rai che non viene perdonata per aver messo in piedi questo Festival di Sanremo nonostante il tragico momento sanitario ed economico che sta vivendo il Paese.
Il manifesto che qui pubblichiamo è un chiaro esempio, preso dai Social che hanno favorito e campeggiato da tempo, un duro boicottaggio contro la televisione di Stato che definiscono di regime. Se la prendono indirettamente anche con il buon Amadeus che, a suo tempo, diceva di non voler più presentare il Festival senza pubblico in sala. Ma questa voce provocatoria, poi smentita dallo stesso interessato, ha comunque messo in evidenza un clima televisivo poco rassicurante e che molto probabilmente, anche se tutto andasse per il meglio (cosa che tutti ci auguriamo), scoppierà sicuramente in settimana e non è detto che qualche ben pensante possa ipotizzare di portare il Caso Festival sulla scrivania della magistratura romana. Le premesse ci sarebbero tutte.
La protesta del manifesto, oltretutto, si fa anche forte del mancato rispetto – dice – verso tutto il settore dello spettacolo italiano a casa ormai da un anno senza lavoro e quindi invita a spegnere la tv proprio in questa settimana sanremese.
Una protesta popolare talmente cresciuta in queste ultimi giorni che molti italiani pensano addirittura di rifiutare di pagare il Canone e riversare la stessa somma a favore dei caduti di questo maledetto flagello che si chiama Covid 19.
Insomma, Ama e Fiore avranno il loro bel da fare, da questa sera, per cercare di calmierare sul palco del Teatro Ariston una situazione che potrebbe sfuggire di mano e mandare all ́aria futuri progetti, anche festivalieri. Il carissimo e bravo Amadeus, che non vedrebbe male una sua terza edizione (che però al momento smentisce), se non altro per pareggiare i conti col suo amico Carlo (che ne ha condotti tre), pronto – dicono i suoi amici – a tornare in pista per il futuro Sanremo, magari insieme ad Ama? Ovviamente, Rai volendo.
Di Illy Masper.