Negli ultimi due anni era iniziato il cambiamento ma, dalla prime dichiarazioni, pare si torni indietro.
Di Illy Masper
SANREMO. Ci risiamo a parlare di un concorso che speravamo prendesse un’altra piega. Invece ce lo dovremo tenere ancora e non si sa per quanto tempo. Le belle parole del neopresidente della Sinfonica Filippo Biolé (che non crediamo sia un esperto del settore per cui è stato richiamato) non lasciano intravvedere nulla di interessante se non auspicare ciò che viene ripetuto da anni. Quel concorso, che nemmeno la Rai ama, sia chiuso definitivamente, oppure venga consegnato ad esterni e in fretta prima che ricomincino gli errori del passato. Questa città -tanto amata- non è in grado di sostenere queste belle idee e allora abbia il coraggio di darle nelle mani di chi potrebbe gestire meglio e non certo la Sinfonica chiamata a fare altro. Quattro anni fa era stato consigliato al caro, ma stanco Sindaco Alberto Biancheri, un certo Michele Torpedine. Dopo tanti inutili incontri e tante parole, lo ha lasciato andar via perché diceva che alla Sinfonica questi nomi non andavano bene al “ragioniere”: di fatto vediamo in che condizioni è oggi la Sinfonica. Ora, chi non sa chi sia il Signor Torpedine è meglio che cambi mestiere o non faccia il politico del Turismo, tanto meno della Cultura. Una cosa è certa quell’uomo significa: Andrea Bocelli, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Zucchero, Ornella Vanoni, il Volo e altri. Anche lui non sarà uno stinco di santo, ma perché in Italia abbiamo dei santi puri nella musica e nel mondo dello show business? Perché questa benedetta città, sempre meno dei fiori, non la smette di essere presuntuosa e per un momento non fa mea-culpa e poi comincia a ragionare su come si fa Turismo per una Sanremo che per ora ha ancora un nome da salvare?