Tra due settimane circa scadranno i termini di quel benedetto Bando Pubblico (partito volutamente tardi) per l’acquisizione del Palafiori, l’agognata struttura ricettiva per eventi e manifestazioni di Corso Garibaldi che prima tutti volevano e adesso tutti rifiutano. Il motivo è evidente: la spropositata richiesta d’affitto da parte del Comune di € 120.000 più € 5.000 per spese luce e forza, più 22% d’iva, per il solo mese di febbraio 2016 in vista del Festival, non favorisce imprenditori o qualche organizzatore che non intende suicidarsi per amore di questa città di ex fiori anche un po’ appassiti. Lo stesso manager Vincenzo Russolillo, che ha gestito il Palafiori negli ultimi anni, ha già convintamente ribadito che sposta la sua “Casa Sanremo” nei locali della Villa Ormond, splendida struttura affidata alla gestione della Fondazione Internazionale di Diritto Umanitario: un pò distante dal centro, ma che sarà servita da una serie di quattro Navette che andranno avanti e indietro, giorno e notte, gratuitamente.
Quindi, come avevamo previsto, a meno di un miracolo, quel palazzaccio corre seriamente il rischio di rimanere deserto durante tutto il periodo economicamente più fecondo dell’anno. E tutto questo perché? Perché nell’amministrazione prima si discute, poi si litiga, in giunta vale la stessa cosa e qualche assessore non solo non è più tanto ben visto, ma si vorrebbe addirittura allontanarlo con qualche giustificazione plausibile. Per cui la faccenda del Palafiori si riduce a questo: che per colpa di qualche deficiente (non troviamo altro termine più adatto) la città continua a perdere terreno, soldi e opportunità, per un futuro sempre più incerto.
Ma i giochi di potere non si fermano a questi incresciosi fatti e vanno al di là degli aspetti economici del Palafiori che, in questo delicato momento, funge da specchietto per le allodole, per lasciare posto ad altri interessi tutti politici, anzi partitici in quanto pare sia già partita la nuova campagna elettorale prevista, pensate, tra due anni e mezzo.
Tutto ciò mentre Sanremo langue e si dispera, ma nemmeno poi così tanto perché sa bene che questa è la classe politica che si ritrova e con la quale deve necessariamente convivere.
La foto riprende il Palafiori durante la penultima edizione della mostra sull’artigianato cosiddetta Moac che questa amministrazione ha perso per le stesse ragioni con cui perderà anche “Casa Sanremo” e il resto della struttura facendo così una seconda figura di M…; viva Sanremo e il Festival della Canzone Italiana