MILANO. “Io vagabondo che son io, vagabondo che non sono altro, soldi in tasca non ne ho, ma lassù mi è rimasto Dio. Chi non conosce questi memorabili versi interpretati dal popolarissimo gruppo dei Nomadi, nonché scritti dal paroliere Alberto Salerno? Nato a Milano il 30 dicembre del 1949, Salerno (oltre ad essere il marito di Mara Maionchi) è uno dei più grandi parolieri della nostra musica italiana. Tra i grandi successi, oltre al già citato “Io vagabondo” ci sono almeno altre tre pietre miliari che riguardano il Festival di Sanremo: “Bella da morire”, canzone che consentì agli Homo Sapiens di vincere il Festival della Canzone del 1977 (il primo dell’“era Ariston”), “Senza pietà”, brando cantato dalla stravagante italo-albanese Anna Oxa, vincitrice dell’ultimo Sanremo del vecchio millennio, ed infine “Terra promessa”, pezzo portato alla vittoria della categoria “Giovani” dal grande Eros Ramazzotti nel 1984. Per quanto riguarda quest’ultimo brano, oltre ad Alberto Salerno, parteciparono alla stesura del testo lo stesso Ramazzotti e l’ex componente del gruppo de I Profeti, Renato Brioschi.
Tra i cantanti con i quali ha stretto nel tempo una forte collaborazione ci sono soprattutto lo scomparso lucanoMango e il più rauco degli interpreti italiani Adriano Pappalardo. Alberto Salerno, che è anche produttore discografico, sarà a Sanremo per ritirare il Premio DietroLeQuinte, lunedì otto febbraio al Casino di Sanremo, durante la sesta edizione del Gran Gala della Stampa al quale parteciperà anche la sua Mara.
Romano Lupi